Grazia a Cuffaro: la radicale Donatella Corleo lancia l’appello su facebook

Redazione Prima Pagina Marsala
Redazione Prima Pagina Marsala
22 Gennaio 2015 20:03
Grazia a Cuffaro: la radicale Donatella Corleo lancia l’appello su facebook

"Non sono stata mai una sostenitrice né una elettrice di Totò Cuffaro, ma al suo ‘disubbidisco’ alla richiesta di grazia presentata circa un anno fa dalla madre Ida, sia pure inchinandomi, ragionevolmente commossa ed emozionata per le ragioni che l'ex Presidente della Regione adduce nel suo ‘non voglio fatta la carità’, non sono d'accordo.

E chi sei tu, mi si potrà domandare, per non essere d'accordo? Sono semplicemente una cittadina siciliana, militante, da non so più quanti anni, del Partito Radicale e da un po' meno, tredici o quattordici, dei Radicali Italiani. Non sono madre, ma in nome della madre, rilancio: Grazia per Totò Cuffaro”.Lo scrive Donatella Corleo, storica militante del Partito Radicale in Sicilia che rilancia da facebook la richiesta di grazia della madre dell'ex presidente della Regione, Totò Cuffaro, condannato a sette anni per favoreggiamento alla mafia, in carcere a Rebibbia da quattro anni."La Grazia, politicamente - aggiunge - non è la Carità cristiana e chi, come Cuffaro cittadino-detenuto nel carcere di Rebibbia, con grazia, carità e speranza vive "disubbidendo" alla madre e richiamando i legislatori affinché a tutti coloro che condividono il suo stato attuale siano garantiti trattamenti umani, merita attenzione e dovrebbe indurre chi ne ha o avrà facoltà, a rispondere alla richiesta di una madre".

Questa la lettera integrale di Totò Cuffaro dei giorni scorsi:“Avendo appreso per la prima volta oggi, nel corso della quindicinale telefonata consentitami dalla legge ai miei familiari, dell’istanza di grazia presentata da mia madre il 27 febbraio 2014, pur comprendendo il suo stato d’animo e la sua sofferenza per la mia assenza ed essendole grato per i continui gesti d’amore che non smette mai di manifestarmi, sono costretto a disobbedirle e a manifestare il mio dissenso verso tale richiesta”.Lo ha detto oggi, ai familiari, Salvatore Cuffaro, detenuto nel carcere di Rebibbia, nel quale sta scontando la pena per rivelazione di segreto d’ufficio aggravata dal favoreggiamento alla mafia.“Non accetterei alcuna concessione di Grazia – ha proseguito Cuffaro – non accetterei alcuna carità.

Da uomo di fede ho grande rispetto per la Carità, che rappresenta uno dei più grandi sentimenti carismatici religiosi. Ma nelle condizioni in cui mi trovo, chiedo solo che mi vengano riconosciuti i miei diritti di detenuto e non la carità. Potrei accettare ed auspico, invece un provvedimento di giustizia rivolto a tutti coloro che si trovano nelle mie medesime condizioni”.

(Comunicato Stampa)

22/01/2015 21:00

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