E’ stata un’occasione importante per capire da vicino come l’italianità si identifica in storie di vero successo quando la si sa esportare con la qualità dei prodotti e delle persone.Una serie fortunata di ricorrenze e la lungimiranza di chi amministra il Consorzio per la Tutela del vino Marsala, mi hanno fatto vivere uno degli eventi più rilevanti (anzi il più titolato e collaudato) fra i quelli che si organizzano negli Stati Uniti d’America per promuovere il Made in Italy.
Il Gala Italia, infatti, vede confluire ogni anno nella Grande Mela i migliori produttori italiani di vino e i più rinomati ristoratori americani in una straordinaria e concentrata esposizione che si arricchisce degli apporti di artisti della musica e della moda: insomma una apoteosi dell’Italia di qualità. Quest’anno la manifestazione ha celebrato il suo trentesimo anniversario. Ed il suo inventore, Lucio Caputo, ha colto l’opportunità per costruire, su questa ricorrenza a cifra tonda, una serie di fattori virtuosi.
Caputo, siciliano d’origine, ha l’indiscusso merito di avere lanciato i vini italiani nel mercato statunitense: un volume d’affari che è aumentato essenzialmente superando ora il miliardo e mezzo di dollari. Dirigeva l’ICE di New York fino al 1982 e lì creò una indimenticata Enoteca, promuovendo una serie di campagne promozionali in favore del vino italiano, tutte coronate da successo. Poi divenne Presidente di Italtrade. E nel 1983, sulla spinta dei migliori produttori vinicoli italiani e con il supporto di Pino Khail, editore di “Civiltà del bere” fondò lo Italian Wine & Food Institute: una organizzazione non-profit, dedita particolarmente ad implementare la promozione negli USA del vino italiano di alta qualità.
Il GALA ITALIA, inaugurato nel 1985, fu uno dei primi eventi di successo che – a fronte di investimenti in verità piuttosto limitati – si distinse per l’efficacia nel promuovere l’immagine dei più prestigiosi vini italiani nel Nord America, ove sono diventati ormai degli autentici status symbols. Il che ha determinato una vera e propria excalation nei volumi (superando, già dieci anni fa, i due milioni di ettolitri) e soprattutto in valore (recentemente doppiando la boa del miliardo di dollari) con un vertiginoso aumento di ben il 3.500% negli ultimi trent’anni. Quest’anno le importazioni di vino italiano nel mercato statunitense raggiungeranno il record di 1 miliardo e 700 milioni di dollari (ivi compresi gli sparkling wines) ! E la corazzata vinicola del Bel Paese ha in ciò distanziato di gran lunga i concorrenti francesi e spagnoli.
Questo 30° anniversario del GALA ITALIA - cioè dell’evento annuale che, in tutto questo periodo,ha contrassegnato la conquista di posizioni per i più prestigiosi vini italiani - ha voluto rappresentare il culmine organizzativo per festeggiare il successo di prodotti e produttori e per ringraziare sia i media americani che amplificano questo messaggio sia i milioni di consumatori che amano ormai pienamente il vino italiano. Se ne è reso conto il neo Presidente della Repubblica Italiana, Sergio Mattarella, e il Sindaco di New York, Bill de Blasio, che hanno mandato un proprio rispettivo messaggio di saluto.
E la Grand Ballroom del raffinato Pierre Hotel (che si affaccia su Central Park) ha vissuto una full-immersion di sapori, incontri, degustazioni contatti e…. contratti. C’erano anche Graziella Bivona e Massimo Jaus per America Oggi e Radio ICN, il quotidiano degli Italiani d’Oltreoceano. Fra le attrazioni un’asta di beneficenza che ha visto aggiudicare preziose bottiglie di Riserve del 1985, donate da selezionati produttori. Due i grandi Marsala presenti ed entrambi venduti ad alte quotazioni: il Baglio Florio – Marsala Vergine Soleras, vendemmia 1985 e il Pellegrino Superiore Ambra, Riserva 1985.
La cena di Gala - il cui menù è stato ideato e servito dal famoso ristorante Le Cirque di Sirio Maccioni – ha sublimato la chiusura dell’intera manifestazione (orchestrata dal presidente Lucio Caputo e allietata dalla showgirl italiana Jo Squillo) vedendo partecipi – uniti dagli inni nazionali, cantati coralmente e con la mano sul petto - il Console Generale Natalia Quintavalle, monsignor Hilary Franco (Osservatore permanente della Santa Sede presso le Nazioni Unite) alcuni fra i più blasonati produttori di vino italiano (Gianni Zonin, Lucio Tasca d’Almerita, Jacopo Biondi Santi, Cesare Cecchi, Pio Boffa, Chiara Lungarotti) nonché Giovanni Mantovani (direttore generale di Vinitaly/Veronafiere), Alessandro Torcoli (nipote di Pino Khail e attuale direttore di Civiltà del Bere), gli esponenti del GEI e dell’American Society of Italian Legions of Merit, illustri rappresentanti della comunità italiana come l’ex campione mondiale di automobilismo Mario Andretti, il luminare della medicina Joseph Bertino e i giudici della Corte Suprema dello Stato di New York, Eugene Nardelli e Dominic Massaro.
Anche stavolta ho colto l’occasione per insignire (con altrettante investiture che sempre costituiscono ottimi … investimenti) ben 4 Paladini di Sicilia: tutti ottimi ristoratori e importatori di vino siciliano.
Diego Maggio
24/02/2015
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