Il Marsala al Gala Italia 30 di New York

Redazione Prima Pagina Marsala
Redazione Prima Pagina Marsala
24 Febbraio 2015 22:25
Il Marsala al Gala Italia 30  di New York

E’ stata un’occasione importante per capire da vicino come l’italianità si identifica in storie di vero successo quando la si sa esportare con la qualità dei prodotti e delle persone.Una serie fortunata di ricorrenze e la lungimiranza di chi amministra il Consorzio per la Tutela del vino Marsala, mi hanno fatto vivere uno degli eventi più rilevanti (anzi il più titolato e collaudato) fra i quelli che si organizzano negli Stati Uniti d’America per promuovere il Made in Italy.

Il Gala Italia, infatti, vede confluire ogni anno nella Grande Mela i migliori produttori italiani di vino e i più rinomati ristoratori americani in una straordinaria e concentrata esposizione che si arricchisce degli apporti di artisti della musica e della moda: insomma una apoteosi dell’Italia di qualità. Quest’anno la manifestazione ha celebrato il suo trentesimo anniversario. Ed il suo inventore, Lucio Caputo, ha colto l’opportunità per costruire, su questa ricorrenza a cifra tonda, una serie di fattori virtuosi.

Caputo, siciliano d’origine, ha l’indiscusso merito di avere lanciato i vini italiani nel mercato statunitense: un volume d’affari che è aumentato essenzialmente superando ora il miliardo e mezzo di dollari. Dirigeva l’ICE di New York fino al 1982 e lì creò una indimenticata Enoteca, promuovendo una serie di campagne promozionali in favore del vino italiano, tutte coronate da successo. Poi divenne Presidente di Italtrade. E nel 1983, sulla spinta dei migliori produttori vinicoli italiani e con il supporto di Pino Khail, editore di “Civiltà del bere” fondò lo Italian Wine & Food Institute: una organizzazione non-profit, dedita particolarmente ad implementare la promozione negli USA del vino italiano di alta qualità.

Il GALA ITALIA, inaugurato nel 1985, fu uno dei primi eventi di successo che – a fronte di investimenti in verità piuttosto limitati – si distinse per l’efficacia nel promuovere l’immagine dei più prestigiosi vini italiani nel Nord America, ove sono diventati ormai degli autentici status symbols. Il che ha determinato una vera e propria excalation nei volumi (superando, già dieci anni fa, i due milioni di ettolitri) e soprattutto in valore (recentemente doppiando la boa del miliardo di dollari) con un vertiginoso aumento di ben il 3.500% negli ultimi trent’anni. Quest’anno le importazioni di vino italiano nel mercato statunitense raggiungeranno il record di 1 miliardo e 700 milioni di dollari (ivi compresi gli sparkling wines) ! E la corazzata vinicola del Bel Paese ha in ciò distanziato di gran lunga i concorrenti francesi e spagnoli.

Questo 30° anniversario del GALA ITALIA - cioè dell’evento annuale che, in tutto questo periodo,ha contrassegnato la conquista di posizioni per i più prestigiosi vini italiani - ha voluto rappresentare il culmine organizzativo per festeggiare il successo di prodotti e produttori e per ringraziare sia i media americani che amplificano questo messaggio sia i milioni di consumatori che amano ormai pienamente il vino italiano. Se ne è reso conto il neo Presidente della Repubblica Italiana, Sergio Mattarella, e il Sindaco di New York, Bill de Blasio, che hanno mandato un proprio rispettivo messaggio di saluto.

E la Grand Ballroom del raffinato Pierre Hotel (che si affaccia su Central Park) ha vissuto una full-immersion di sapori, incontri, degustazioni contatti e…. contratti. C’erano anche Graziella Bivona e Massimo Jaus per America Oggi e Radio ICN, il quotidiano degli Italiani d’Oltreoceano. Fra le attrazioni un’asta di beneficenza che ha visto aggiudicare preziose bottiglie di Riserve del 1985, donate da selezionati produttori. Due i grandi Marsala presenti ed entrambi venduti ad alte quotazioni: il Baglio Florio – Marsala Vergine Soleras, vendemmia 1985 e il Pellegrino Superiore Ambra, Riserva 1985.

La cena di Gala - il cui menù è stato ideato e servito dal famoso ristorante Le Cirque di Sirio Maccioni – ha sublimato la chiusura dell’intera manifestazione (orchestrata dal presidente Lucio Caputo e allietata dalla showgirl italiana Jo Squillo) vedendo partecipi – uniti dagli inni nazionali, cantati coralmente e con la mano sul petto - il Console Generale Natalia Quintavalle, monsignor Hilary Franco (Osservatore permanente della Santa Sede presso le Nazioni Unite) alcuni fra i più blasonati produttori di vino italiano (Gianni Zonin, Lucio Tasca d’Almerita, Jacopo Biondi Santi, Cesare Cecchi, Pio Boffa, Chiara Lungarotti) nonché Giovanni Mantovani (direttore generale di Vinitaly/Veronafiere), Alessandro Torcoli (nipote di Pino Khail e attuale direttore di Civiltà del Bere), gli esponenti del GEI e dell’American Society of Italian Legions of Merit, illustri rappresentanti della comunità italiana come l’ex campione mondiale di automobilismo Mario Andretti, il luminare della medicina Joseph Bertino e i giudici della Corte Suprema dello Stato di New York, Eugene Nardelli e Dominic Massaro.

Anche stavolta ho colto l’occasione per insignire (con altrettante investiture che sempre costituiscono ottimi … investimenti) ben 4 Paladini di Sicilia: tutti ottimi ristoratori e importatori di vino siciliano.

Diego Maggio

 

24/02/2015

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