Intestazione fittizia di beni, condannati sorella e cognato Matteo Messina Denaro

Redazione Prima Pagina Marsala
Redazione Prima Pagina Marsala
20 Novembre 2015 18:06
Intestazione fittizia di beni, condannati sorella e cognato Matteo Messina Denaro

Avrebbero intestato beni e attività ad altri per evitare la confisca da parte dello Stato. E per questo, adesso, il Tribunale di Marsala li ha condannati per intestazione fittizia di beni. Si tratta di quattro castelvetranesi tra cui Bice Maria Messina Denaro, sorella del boss mafioso latitante Matteo Messina Denaro, e il marito Gaspare Como.

A quest’ultimo, attualmente agli arresti domiciliari, i giudici hanno inflitto la pena più severa: 3 anni e mezzo di carcere. Bice Maria Messina Denaro è stata, invece, condanna a un anno e mezzo. Gli altri due imputati condannati sono Valentina Como, sorella di Gaspare, e Gianvito Paladino. Alla prima sono stati inflitti un anno e 8 mesi, al secondo un anno e mezzo. La pena è stata dichiarata sospesa per Bice Maria Messina Denaro, Valentina Como e Gianvito Paladino. Per alcuni capi d’imputazione, c’è stata l’assoluzione o la prescrizione.

Il Tribunale ha, infine, disposto la confisca di alcuni beni mobili e immobili. Secondo l’accusa, allo scopo di evitare la possibile confisca da parte dello Stato, i coniugi Como-Messina Denaro avrebbero intestato fittiziamente alle sorelle Como una ditta che si occupava della vendita di capi d’abbigliamento e a Paladino un’auto Wolksvagen Tuareg sequestrata nel 2012. L’inchiesta è stata svolta dalla Dia di Trapani. Per gli imputati il pm Trainito aveva invocato quattro condanne e un “non doversi procedere” per prescrizione del reato.

Quattro anni e mezzo di carcere erano stati chiesti per Gaspare Como, che per il pm era “il reale proprietario e dominus di tutte le attività economiche e dei beni” oggetto dell’indagine della Dia. La condanna a 3 anni e mezzo, invece, era stata chiesta per Bice Maria Messina Denaro. Tre anni e 4 mesi, poi, invocati per Valentina Como e 3 anni per Gianvito Paladino. Non doversi procedere per prescrizione, invece, per Giovanna Como.

A.P.

20/11/2015

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