Marsala, Case abusive in riva al mare, completato secondo lotto demolizioni

Redazione Prima Pagina Marsala
Redazione Prima Pagina Marsala
23 Luglio 2015 16:12
Marsala, Case abusive in riva al mare, completato secondo lotto demolizioni

Con l’abbattimento, in contrada Spagnola, di due immobili dell’ex costruttore Vincenzo Errera (alle ultime elezioni candidato, non eletto, al Consiglio comunale con l’Udc) si è completato il secondo lotto di demolizioni delle centinaia delle abitazioni realizzate abusivamente a meno di 150 metri dal mare.

Nell’arco di circa quattro anni, dunque, sono stati abbattuti solo 34 dei 539 immobili inseriti dal Comune nella prima lista degli abusivi. Un iter, quello delle demolizioni, faticosamente avviato solo dopo un’indagine della sezione di pg della Procura della repubblica marsalese, che qualche anno fa inviò oltre 200 avvisi di garanzia a proprietari e funzionari comunali recalcitranti.

La prima demolizione, fra non poche proteste degli abusivi, che in un primo tempo ebbero anche qualche “sponda” politica, fu eseguita il 21 settembre 2011 sempre in contrada Spagnola. Fu abbattuto li scheletro di un’abitazione mai completata. Ne seguirono altre (il primo lotto ne prevedeva 22) e spesso c’è stata parecchia tensione e gran presenza di forze dell’ordine. Nel dicembre 2011, in particolare, a poca distanza dal luogo in cui è stata eseguita l’ultima demolizione, un uomo di 44 anni, B.P., disoccupato, si barricò in casa, assieme alla moglie e alla figlia, minacciando di farsi saltare in aria facendo esplodere la bombola di gas della cucina.

L’uomo fu, poi, convinto a desistere dal suo folle intento, accettando di incontrare le autorità di polizia presenti e il sindaco Renzo Carini. L’abitazione da demolire non era, comunque, di sua proprietà, ma di un fratello che non vive a Marsala e che gliel’aveva concessa in uso perché lui aveva subìto un’ordinanza di sfratto dal proprietario della casa dove viveva in affitto.

Fu, poi, la giunta del sindaco Giulia Adamo a deliberare l’appalto per il secondo lotto di demolizioni (12 immobili). Unico assessore assente in quella seduta di giunta municipale fu Patrizia Montalto, al centro di un “caso” proprio in fatto di costruzione lungo la costa.

La sua famiglia, infatti, è proprietaria di una villa a poche decine di metri dal mare (spiagge versante sud) che fu sanata a seguito di un’autodichiarazione presentata nel 1985 dal proprietario (la nonna) che attestava la realizzazione dell’immobile prima del 1976, anno in cui la Regione approvò la legge sull’inedificabilità delle coste. Ma dalle aerofotogrammetrie del 1978 la villa non si rileva. Per questo i funzionari comunali sono stati costretti ad avviare il conseguente iter di revoca della sanatoria, poi dichiarata “nulla” dall’allora ingegnere capo del Comune, Luigi Palmeri.

In quel frangente, l’assessore Montalto, nel tentativo di dribblare un imbarazzante caso politico, decise di cedere ai genitori, già usufruttuari dell’immobile, la proprietà della villa al mare. Intanto, stupisce il fatto che il maggior numero di demolizioni abbia riguardato il versante nord marsalese e non quello meridionale, quello delle spiagge più affollate, con un litorale più massicciamente cementificato negli ultimi trent’anni.

Tanto che in parecchi tratti della strada provinciale che collega Capo Boeo a Petrosino il mare non si intravede più da tempo. E proprio da queste parti (zona ex lido Signorino), nel giugno 2014, altre quattro ville abusive realizzate in riva al mare sono state scoperte dai militari della sezione di pg della Guardia di finanza della Procura. E di due immobili sono risultati essere possessori altrettanti poliziotti marsalesi da tempo residenti a Palermo.

Proprietari sono, però, i loro genitori. Possessore di un’altra delle quattro ville abusive il 54enne Filippo Chirco, imprenditore del settore movimento terra, arrestato nelle operazioni antimafia ‘’Peronospera III’’ (31 ottobre 2005) e ‘’Black Out’’ (9 maggio 2007). Secondo l’accusa, Chirco fu assoldato dalla mafia per compiere estorsioni in danno dei suoi colleghi vincitori di appalti pubblici. Per due casi di tentata estorsione l’imprenditore è stato già condannato.

Un mese prima, sempre nella stessa zona del versante sud marsalese, le Fiamme Gialle della Procura avevano scoperto altre otto villette abusive, tutte realizzate nella fascia dei 150 metri dal mare, quella in cui vige l’inedificabilità assoluta. A far rispettare i divieti, in tema edilizio, dovrebbero essere i vigili urbani, ma proprio la moglie (Emilia Cecchini) dell’ex comandante della polizia municipale di Marsala, Giuseppe La Rosa, all’inizio degli anni ’80 costruì abusivamente una villa a pochi passi dal mare per la quale il Comune rilasciò una concessione in sanatoria nel 1996.

Sin dal suo insediamento (ottobre 2008), a dare un decisivo impulso alle indagini sull’abusivismo edilizio costiero è stato il procuratore Alberto Di Pisa. E su questa spinta, come detto, il Comune, nel settembre 2011, ha avviato le prime demolizioni. Un’opera che, però, prosegue molto a rilento a causa della mancanza di sufficienti fondi.

Francesco Mezzapelle

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