Marsala, ma sono gli arazzi fiamminghi il futuro della città?

Redazione Prima Pagina Marsala
Redazione Prima Pagina Marsala
26 Dicembre 2014 12:04
Marsala, ma sono gli arazzi fiamminghi il futuro della città?

Lo scorso novembre su Rai3 è andato in onda un servizio sugli arazzi fiamminghi, esposti nel piccolo museo dietro la Chiesa Madre di Marsala. L'importanza delle opere é tale per cui avviene di tanto in tanto che le televisioni e studiosi e giornalisti ne parlino. Eppure,

questo prezioso patrimonio culturale non ha trovato finora una sede adatta. I locali dove si trovano sono angusti. La loro protezione dai danni del tempo, o da quelli che potrebbero arrecare i malintenzionati, non é assicurata. E sì che in città ci sarebbe da scegliere dove creare un adeguato luogo di fruizione delle opere, se solo si fosse convinti che migliorare la visibilità delle proprie opere d'arte, siano essi edifici o mobili, é fondamentale per il futuro.

La nostra città vive tradizionalmente di agricoltura e dell'industria vinicola. Il turismo è una risorsa recente, che non é promossa adeguatamente. Nel progetto turistico dovrebbero essere inserite i percorso archeologici e artistici nel patrimonio cittadino. E tutto dovrebbe collegarsi in modo che il turista, venendo in città, vi trovi per giorni quello che cerca. Invece, oggi avviene che il turista faccia scalo a Trapani e venga per una mattina a vedere Marsala. Né si può rendere conto delle cose interessanti da vedere, né l'economia ne riceve un significativo apporto.

Purtroppo, le amministrazioni comunali non hanno finora capito la necessità socio - economica dell'incremento turistico. Ogni tanto, sì, é stata fatta qualche manifestazione di richiamo, come due anni fa "Marsala Città Europea del Vino", ma le singole manifestazioni, non essendo collegate in un programma più vasto, hanno lanciato messaggi che non sono stati poi sostenuti.

Invece, si é verificato che tante decisioni politiche hanno compromesso il futuro. Mi riferisco alla mancanza di un Piano Regolatore Generale, che avrebbe regolato il territorio. L'assenza del Piano ha consentito ai privati di costruire dove sarebbe stato preferibile non farlo. dannosissima é stata l'urbanizzazione indiscriminata delle coste, sia sul lato sud che sul lato nord. Quell'esiguo tratto di costa sabbiosa, adatta alla balneazione, che va verso il comune di Petrosino, é diventata pertinenza di ville e villini privati, che si sporgono fin sulla spiaggia. Anche ammesso che le costruzioni abusive venissero abbattute, ne resterebbero tantissime altre che non avrebbero dovuto sorgere.Nel settore nord, allo Stagnone, l'urbanizzazione indiscriminata, in parte autorizzata ed in parte abusiva, ostacola l'inserimento del luogo nell'elenco dell'UNESCO, che protegge le bellezze naturali mondiali.

Ci sarebbe da sperare che la nuova amministrazione comunale che sarà eletta la prossima primavera, dopo l'inutilità dannosa di quella guidata dal sindaco Giulia Adamo, possa cambiare registro rispetto al passato. Ma c'é poco da sperare, visto che negli annunci di programmi elettorali si parla in modo troppo generico, e non si riesce a capire quel che realmente si vorrà fare. E' probabile che si farà la solita politica di corto respiro.

Leonardo Agate

26-12-2014 13,00

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