Porto di Marsala – Va avanti il progetto della Myr, ma si cercano i fondi per la sua realizzazione. Del progetto pubblico, invece, si sono perse le tracce. Nessun finanziamento dalla Regione. Parla il sindaco Alberto Di Girolamo

Redazione Prima Pagina Marsala
Redazione Prima Pagina Marsala
29 Agosto 2015 16:01
Porto di Marsala – Va avanti il progetto della Myr, ma si cercano i fondi per la sua realizzazione. Del progetto pubblico, invece, si sono perse le tracce. Nessun finanziamento dalla Regione. Parla il sindaco Alberto Di Girolamo

Da qualche tempo non si parla più dei progetti di rifacimento del porto di Marsala. Eppure, per parecchio tempo, l’argomento è stato a lungo oggetto di polemica politica. Del progetto pubblico, quello redatto dal Genio civile opere marittime e per il quale si è strenuamente battuta l’ex sindaco Giulia Adamo, si sono praticamente perse le tracce.

Del “promesso” finanziamento regionale, infatti, non c’è neppure una timida anticipazione. Sottotraccia, invece, va avanti, a quanto pare, il progetto della società Myr dell’ingegnere Massimo Ombra. Un progetto (mega-porto turistico battezzato “Marina di Marsala”) approvato il 10 aprile 2014 dalla “conferenza dei servizi” istituita dal Comune che prevede oltre mille posti barca, anche per yacht fino a 75 metri di lunghezza, e un’ampia offerta di servizi turistici.

Ovvero, un’area attrezzata con una serie di strutture per i diportisti: minimarket, club-house con piscina, piazza panoramica, negozi specialistici, ristorazione, lounge bar, teatro sul mare. La Myr si è impegnata anche a sistemare il porto commerciale e quello peschereccio. “L’iter del progetto privato – dice il sindaco Alberto Di Girolamo – è abbastanza avanti. E’ tornato da Roma e adesso bisogna trovare i fondi per realizzarlo”. La Myr, infatti, nonostante abbia sempre parlato di “investimenti privati”, per fare il mega-porto turistico deve riuscire a trovare una buona fetta di contributo pubblico. Quelli previsti dalla “legge Burlando” per questo tipo di opere.

Lo scorso anno, il sospirato “via libera” della conferenza di servizi è arrivato dopo un lungo iter burocratico-amministrativo che, dopo una fase abbastanza spedita (durante l’amministrazione del sindaco Renzo Carini), ha subìto un brusco stop con l’amministrazione Adamo. Tanto che nel 2013 la società di cui è amministratore il fratello di Salvatore Ombra - che nel 2012 fu il principale avversario di Giulia Adamo nella corsa per la conquista della poltrona di sindaco – fece ricorso al Tar avanzando una clamorosa richiesta di risarcimento danni di otto milioni di euro per il mancato accesso ai finanziamenti Pon-Fesr 2007/2013 e circa 650 mila euro per il ritardo nella conclusione del procedimento di rilascio delle concessioni demaniali.

Il progetto della Myr, infatti, è stato presentato sulla base della , che prevede la possibilità di accedere a contributi pubblici. Nel ricorso si chiamava in causa in primo luogo il Comune di Marsala, in qualità di ente preposto a garantire la tempestiva conclusione del procedimento, ma un “colpevole ritardo” fu attribuito anche ai dipartimenti regionali di Urbanistica e Infrastrutture, al Genio civile Opere marittime, al Genio civile e alla Soprintendenza di Trapani.

Tutti quegli enti, insomma, che facevano parte della conferenza di servizi. Superati quegli attriti, è stato ipotizzato che l’opera, che trasformerebbe radicalmente il volto dell’area portuale marsalese, possa essere completata entro il 2017. Se i lavori, però, fossero stati avviati entro il 2015. Ma ciò non è ancora avvenuto. L’area servizi, che farà da “cerniera” tra il bacino portuale e la città, sarà realizzata nel cosiddetto “Margitello”, dove attualmente, si sottolineava nel 2014 in una nota della Myr, ci sono solo “fatiscenti magazzini”.

L’iniziativa del gruppo capitanato dall’ingegner Massimo Ombra, proseguiva la nota, nasce “dall’entusiasmo e dalla volontà di creare nuove opportunità di crescita occupazionale e di ricchezza sociale, economica e culturale, mediante la realizzazione di un’opera destinata ad esaltare ulteriormente l’immagine che il nostro territorio, e più in generale la Sicilia, rappresentano nel mondo in termini di attrazione turistica”.

Per Ombra, inoltre, “il traguardo raggiunto rappresenta un punto di non ritorno, in quanto sono state superate tutte le condizioni pregiudiziali esistenti alla realizzazione delle opere, e costituisce un passo fondamentale per l’ottenimento, da parte della Myr, della relativa concessione demaniale per un periodo complessivo di 70 anni (60+10)”. Si ribadiva, poi, la “piena complementarietà” con il progetto pubblico di messa in sicurezza e ampliamento del porto. Quello pubblica per il quale non c’ancora il finanziamento regionale. “In tal senso – si proseguiva – la Myr si farà carico di realizzare il Marina di Marsala e le opere di riqualificazione dell’intero bacino portuale necessarie alla riallocazione di tutte le attività portuali esistenti.

A sua volta, il progetto pubblico si focalizzerà su un ulteriore ampliamento delle opere di protezione dell’imboccatura portuale ed un approfondimento dei fondali operativi dell’area merci fino a sette metri”. Il mega porto turistico sarà uno dei tre “hub” della Sicilia e consentirà, nelle previsioni, un “incremento occupazionale stimabile in oltre 200 lavoratori nell’ambito portuale e la creazione di oltre 2000 nuovi posti di lavoro nell’indotto”. L’indotto è stimato in circa 55 milioni di euro l’anno.

E’, insomma, sul fronte turistico il futuro del porto marsalese, anche perché un grande scalo commerciale rischierebbe di essere una cattedrale nel deserto. Il progetto pubblico di “messa in sicurezza” del porto fu approvato dal Consiglio comunale l’11 febbraio 2013. Il sindaco Giulia Adamo parlò di “pagina storica”. Nel marzo 2014, però, si scopriva che il progetto pubblico non era ancora esecutivo. Per questo, probabilmente, non c’è finanziamento.

“Ma chi ha fatto questa promessa di finanziamento?” si chiede il sindaco Di Girolamo, con una punta di polemica. A riferire della presunta promessa di Crocetta era stata Giulia Adamo. “Questa è ormai una storia vecchia come il cucco – continua Di Girolamo – di fatto, non ci sono fondi regionali per realizzare il progetto del porto pubblico. L’Italia è piena di progetti. Poi, bisogna vedere se ci sono i fondi. La Myr, comunque, deve sistemare tutto il porto, anche quello commerciale, non solo la parte del porto turistico. Tempi di realizzazione? Io ho sollecitato, ma il pubblico non ha potere sul privato”.

Antonio Pizzo

29/082015

{fsahre}

Ti piacciono i nostri articoli?

Non perderti le notizie più importanti. Ricevi una mail alle 19.00 con tutte le notizie del giorno iscrivendoti alla nostra rassegna via email.

In evidenza