Essere madri in tempi di Covid

Redazione Prima Pagina Marsala
Redazione Prima Pagina Marsala
07 Novembre 2020 12:52
Essere madri in tempi di Covid

In questi giorni in cui l’aumento dei positivi ha fatto si che le regioni si colorassero di colori allegri ed estivi (giallo, arancione e rosso) per indicare restrizioni e vincoli, mi sono trovata, come madre, ad affrontare la paura che tocca tutti i genitori: i miei figli sono positivi? Facciamo un passo indietro. Il 23 ottobre mia figlia comincia ad accusare sintomi di solito legati al virus intestinale, quindi chiamo la pediatra e ricevo la frase che da inizio a tutto un iter di preoccupazione e agitazione: questi sintomi coincidono con i virus del Covid.

Quindi, mi viene prescritto di stare a casa, vedere l’evoluzione dei sintomi e mi viene chiesto, correttamente, di aggiornare costantemente la pediatra. Passano 48 ore ed i sintomi compaiono anche per l’altro figlio. Stesse considerazioni. Non arriva la febbre ma specie su mia figlia arrivano anche mal di gola e muco. E’ ufficiale, previo consulto con la mia pediatra, devo fare il tampone rapido per poter capire innanzitutto cosa hanno avuto i bimbi e poi capire se ci siano le condizioni per il consulto fisico con la pediatra (con il tampone negativo è possibile recarsi preso lo studio per procedere alla visita ed avere, condizioni permettendo, il certificato di rientro a scuola) e per l’eventuale rientro a scuola.

E allora ecco camminare verso di me punti di domande che come uncini acchiappano dubbi e paure come fossero olive sugli alberi. Il tampone con l’Uscas o privatamente? I tamponi rapidi saranno efficaci? Dobbiamo farlo anche io e mio marito? Meglio fare anche il sierologico? Meglio poi fare comunque il molecolare? Se ci fosse una laurea ad hoc sarei già laureata, ad honorem, in “come farsi del male con domande continue”. Nel mio caso scelgo di rivolgermi ad un laboratorio privato, a Castelvetrano, perché ho fretta di sapere, ho fretta di capire.

Prenoto, siamo al 28 ottobre, ed il giorno dopo alle 08:00 sono dietro la porta a fare la fila. Anche li dubbi e perplessità. Vedo una sedia libera e fatico a sedermi perché ho paura che i miei figli siano positivi e non voglio condividere spazi chiusi con altre persone, quindi stiamo tutti e tre fuori e isolati in attesa che chiamino il nostro numero. Arriva la chiamata: entri il numero 89. Siamo noi. Ed ecco che il cuore comincia a fare bum bum bum dentro perché io ho oggettivamente paura dell’esito ma da buona mamma gioco e scherzo con i bimbi dicendo loro che i veri super eroi fanno questi test e senza piangere.

I bimbi sono straniti ma tranquilli perché accanto c’è la mamma. Si fa di tutto perché tutto sembri normale ma normale non è nulla. E allora via al test rapido per la piccola e poi per il piccolo. Loro sono stati bravissimi. Io sorrido ma dentro l’ansia scava come un bimbo in spiaggia desideroso di trovare subito l’acqua. Quando avrò l’esito? Domani, mi dicono. Dentro la mia testa quel domani appare equivalente di 365 giorni. Come faccio attendere domani???? Intanto resisto. Intanto guardo i bimbi con la lucidità che di solito ho e li vedo stare bene, solo la piccola continua ad avere un po’ di mal gola, ma ripeto stano bene eppure io non mi calmo.

Di notte non riesco a dormire perché temo il peggioramento o la comparsa di altri sintomi. Inoltre, e non mi vergogno a scriverlo, misuro la temperatura in loop. Arriva il giorno dopo e mi reco a prendere il referto. Sospiro prima di entrare, sospiro appena entro, interrompo il respiro mentre prendo in mano i referti. Apro e…per fortuna leggo negativo. E leggo almeno 10 volte quel negativo. Ho letto bene, è negativo. Respiro e mi scarico al punto da commuovermi: mi ero davvero preoccupata.Subito il mio pensiero va a quelle madri che invece hanno avuto il dispiacere di leggere positivo.

Facile dire “basta che stia bene” ma è difficile attendere che qualche sintomo si palesi, così lo immagino. Difficile davvero. Intanto il tampone negativo mi permette di fare l’iter per il rientro a scuola e difatti rientrano. Rientro non a cuor leggero perché per noi mamme chiocce è più rasserenante pensare che i nostri bimbi sono al sicuro solo con noi. Il rientro a scuola, quindi, non è sereno e non lo può essere perché questa volta i miei figli sono negativi ma la prossima volta? Da madre non posso non pensarlo, non posso non crederlo possibile sarei superficiale e stupida.

E ad oggi che tra i nuovi positivi vi è un altro bimbo ed una maestra tra i positivi ed una classe in isolamento fiduciario lo penso con cognizione di causa. Sospiro a pieni polmoni, incrocio le dita e spero, come molti altri, solo di avere fortuna. Per oggi è tutto ed io e la mia ansia vi salutiamo… Maria Elena Bianco

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