In arrivo nel porto di Trapani circa 500 “migranti” (anche 20 bambini) salvati al largo della Libia.

Redazione Prima Pagina Marsala
Redazione Prima Pagina Marsala
23 Agosto 2015 10:55
In arrivo nel porto di Trapani circa 500 “migranti” (anche 20 bambini) salvati al largo della Libia.

La Sicilia, ed in particolare l’ex provincia di Trapani accoglierà una buona parte dei circa 3000 migranti che, a partire dalla notte scorsa su 23 imbarcazioni hanno lanciato l’sos nel Canale di Sicilia, al largo della Libia. Probabilmente si è trattato del picco più alto di esodo verso l’Italia.

A lanciare l’allarme dalla notte scorsa 16 gommoni e 7 barconi alla deriva, che hanno chiesto l’intervento dei mezzi di soccorso italiani ed europei schierati nel canale di Sicilia. La Guardia Costiera italiana, che coordina gli interventi, ha inviato nella zona la nave Fiorillo e la nave Diciotti della Guardia Costiera, una nave norvegese inserita in Triton, 4 motovedette delle Capitanerie, mezzi della Marina Militare e della Guardia di Finanza.

Grazie all’intervento di queste unità navali, i migranti (salpati dalla Libia a bordo di imbarcazioni organizzate da scafisti ma provenienti da diversi Paesi Africani e dal Medioriente) sono stati salvati e recuperati nel corso della giornata. In particolare, quasi un migliaio di loro si trovano a bordo della nave norvegese inserita nel dispositivo Triton, altri 900 circa sono stati soccorsi dalle navi della Marina Militare “Vega” e “Cigala Fulgosi” mentre più di 500 sono stati recuperati da nave “Fiorillo” della Guardia Costiera. Altri 500 migranti circa, infine, sono stati soccorsi dalle motovedette della Guardia di Finanza e della Guardia Costiera salpate da Lampedusa.

Questo pomeriggio arriveranno nel porto di Trapani, a bordo della nave “Fiorillo” CP 904 (vedi foto n.1), 249 uomini,237 donne e 20 bambini. Dopo la loro accoglienza nel porto, si procederà alla loro identificazione ed ai controlli sanitari, poi saranno trasferiti in un centro di accoglienza temporaneo per poi essere suddivisi nei vari centri di accoglienza dell’ex Provincia (ex case di cura, ex alberghi o ex residenze private) accreditati dalla Prefettura di Trapani. La nuova ondata di arrivi ha provocato le mai assopite polemiche sull’accoglienza dei migranti nel suolo italiano e reiterato i duri attacchi al Governo Renzi (vedi le “tuonate” del leghista Salvini e di quel che resta di Forza Italia) reo secondo molti avversari politici di avere favorito un vero e proprio “scafismo di Stato” alimentando un grande “business” funzionale al suo consenso politico-elettorale.

Ricordiamo pure che a Palermo la polizia ha arrestato sei egiziani che erano ai comandi di una imbarcazione, con 432 migranti, andata alla deriva in acque internazionali lo scorso 19 agosto. I migranti hanno denunciato le responsabilità degli scafisti e descritto le drammatiche condizioni vissute durante la traversata, raccontando le crudeltà subite dai sei arrestati. Secondo le testimonianze, durante la navigazione decine di donne e bambini, terrorizzati, sarebbero stati chiusi a chiave sotto coperta e fatti uscire all’aria aperta soltanto dopo il pagamento di un ulteriore riscatto da parte dei familiari maschi con cui si erano messi in viaggio.

Nel frattempo, Barry Malone, giornalista dell’edizione online di al Jazeera, ha motivato in un recente articolo la decisione di al Jazeera non chiamare più migrants (“migranti”, in italiano) le persone che arrivano nei paesi europei attraversando il Mar Mediterraneo. Secondo Malone, il termine “migranti” esprime una distanza eccessiva e costruisce l’idea che si stia parlando di persone in qualche modo diverse da noi, che fanno parte di una categoria “speciale”. Inoltre, utilizzare la parola “migrante” per indicare persone che arrivano da paesi in guerra come Siria, Iraq e Libia – come la maggior parte dei migranti arrivati in Europa negli ultimi mesi – è formalmente sbagliato: secondo Malone il termine corretto per definire queste persone è “rifugiati”.

L’articolo di Malone è solamente l’ultima riflessione di un dibattito che va avanti da tempo, anche in Italia: che differenza c’è fra “migranti” e “immigrati”? È corretto usare la parola “clandestini”?. Nel suo articolo Malone esamina principalmente due questioni: una più strettamente “sociolinguistica” e un’altra di uso corretto della parola “migrante” (utilizzata da tutti i più importanti giornali al mondo, come il New York Times e il Guardian, per descrivere i recenti spostamenti verso l’Europa). Nel primo caso Malone si lamenta del fatto che la parola “migrante” ha acquisito col tempo un’accezione negativa, anche a causa dell’utilizzo “meccanico” che ne fanno i giornali.

Francesco Mezzapelle

23-08-2015 12,40

{fshare}

Ti piacciono i nostri articoli?

Non perderti le notizie più importanti. Ricevi una mail alle 19.00 con tutte le notizie del giorno iscrivendoti alla nostra rassegna via email.

In evidenza