Una mozione per l’istituzione a Marsala del “Registro per l’autodeterminazione sanitaria”

Redazione Prima Pagina Marsala
Redazione Prima Pagina Marsala
27 Agosto 2016 10:20
Una mozione per l’istituzione a Marsala del “Registro per l’autodeterminazione sanitaria”

"Semplicemente una battaglia di civiltà. Una battaglia in un Paese che continua a rimanere indietro sul fronte dei diritti civili”.

Esordisce così, a proposito della mozione di cui è primo firmatario, con la quale chiede l'istituzione del "Registro per l'autodeterminazione sanitaria", il consigliere comunale marsalese Daniele Nuccio, che si sofferma sull’argomento riportando alla memoria il "caso" di Eluana Englaro, “che ha segnato in qualche modo un punto di non ritorno relativamente all'applicazione del diritto costituzionale che ogni cittadino deve vedersi riconoscere nel determinare liberamente e nel pieno delle capacità psicofisiche le scelte sul trattamento da ricevere nel caso in cui venisse meno proprio la sua capacità di poter esprimere la propria volontà”.

Daniele Nuccio, quasi 29enne consigliere comunale eletto per la prima volta poco più di un anno fa con la lista civica “Cambiamo Marsala”, ribadisce che con l'istituzione di questo registro, nonostante non ci sia ancora una regolamentazione normativa, il cittadino potrà recarsi in Comune a depositare le proprie volontà. “Una volta votata la mozione – aggiunge - ci adopereremo per la stesura del regolamento relativo nella commissione "Affari Generali"". La mozione è stata sottoscritta, trasversalmente, anche dai consiglieri Calogero Ferreri, Pino Milazzo, Giuseppe Cordaro, Aldo Rogriquez, Walter Alagna, Luigia Ingrassia, Vito Cimiotta, Alessandro Coppola e Linda Licari.

La motivazione alla base della mozione è forte:Lo dobbiamo ad Eluana Englaro, a suo padre Beppino, che nella sua lotta si è visto attaccare da politici bigotti e da giornalisti prezzolati – dice Nuccio - lo dobbiamo a Piergiorgo Welby, a Luca Coscioni, a Marco Pannella e a quanti hanno trasformato le proprie difficoltà in una ragione di riscatto per la società tutta, anche quella parte di società che non capisce la portata di certe battaglie.

C'è un testo, un testo importante sul quale si fonda la nostra Repubblica: è la Costituzione. E' scritto tutto lì, basterebbe osservarla". L’iniziativa si inserisce perfettamente in una delle storiche battaglie portate avanti dall’Associazione Luca Coscioni, che da 14 anni è impegnata a diffondere informazioni e conoscenza in materia di testamento biologico, la cui sottoscrizione significa decidere, in un momento in cui si è ancora capaci di intendere e volere, quali trattamenti sanitari si intenderanno accettare o rifiutare nel momento in cui subentrerà un'incapacità mentale. Proprio l’Associazione Luca Coscioni, oltre a battersi per un pieno riconoscimento legale delle disposizioni anticipate di trattamento, offre a tutti i propri sostenitori la possibilità di compilare il proprio testamento biologico.

E finora sono già stati compilati oltre 12.000 testamenti biologici grazie a un’iniziativa che si basa sul concetto del rispetto della dignità delle persone, un concetto fondamentale per la costruzione di una società che possa sinceramente definirsi "civile".

“La politica – aggiunge il consigliere Nuccio - deve ripartire da questi concetti se vuole intercettare le esigenze della società e tracciare l'orizzonte da seguire. Io sono sinceramente scettico sulla linea generale: il Parlamento preferisce spesso arrivare solo dopo le determinazioni della giustizia. E questo non va bene. La nostra Democrazia ha assoluta necessità di aprirsi ai diritti civili, quelle conquiste sociali che nella storia del novecento hanno dato quell'impulso alla società italiana tale da proiettarla nella modernità.

Di tornare a parlare – conclude - di legalizzazione delle droghe leggere, di matrimoni fra coppie dello stesso sesso ma anche adozioni da parte di coppie omosessuali, anche di fine vita, perchè no? E’ la strada maestra, a mio avviso, per accorciare la distanza abissale che in questo momento separa la politica, i palazzi del "potere", dalla società reale. Ed è la costruzione di uno Stato veramente laico, che sappia tenere a debita distanza, pur rispettandone le osservazioni di merito, il potere dello Stato Vaticano, l'orizzonte da inseguire”.

Jana Cardinale

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